Rischio maremoto
Data:
6 Agosto 2024
Photo: REUTERS/Mainichi Shimbun
Tutte le coste del Mediterraneo sono a rischio maremoto a causa dell’elevata sismicità e della presenza di numerosi vulcani attivi, emersi e sommersi.
Il maremoto, in giapponese tsunami, è una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d’acqua. In mare aperto le onde si propagano molto velocemente percorrendo grandi distanze, con altezze quasi impercettibili (anche inferiori al metro), ma con lunghezze d’onda (distanza tra un’onda e la successiva) che possono raggiungere alcune decine di chilometri. Avvicinandosi alla costa, la velocità dell’onda diminuisce mentre la sua altezza aumenta rapidamente, anche di decine di metri. La prima onda può non essere la più grande e tra l’arrivo di un’onda e la successiva possono passare diversi minuti. Rischio maremoto
Nel 2017 in Italia è stato istituito il SiAM – Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti generati da sisma, nel quale collaborano tre istituzioni: l’INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che opera attraverso il CAT – Centro Allerta Tsunami, l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e il Dipartimento della Protezione Civile.
Il Cat valuta la possibilità che un terremoto con epicentro in mare o vicino alla costa possa generare un maremoto. Sulla base di queste valutazioni, il Dipartimento della Protezione Civile diffonde i messaggi di allerta con l’obiettivo di attivare, nel minor tempo possibile, il Servizio nazionale di protezione civile e informare la popolazione. I dati mareografici forniti da Ispra consentono, infine, di confermare o meno l’eventuale maremoto.
Il SiAM fa parte del sistema di allertamento internazionale che è stato costituito nel Mediterraneo sul modello di quelli attivi nel Mar dei Caraibi e negli oceani Pacifico e Indiano. Rispetto a questi ha però dei limiti perché in un mare poco ampio come il Mediterraneo i tempi di arrivo delle onde sono molto brevi e questo riduce la possibilità di allertare la popolazione!
In caso di tempi ridotti, dunque, la principale fonte di allertamento è l’evento sismico stesso e, in particolare, alcuni fenomeni ad esso connessi che possono segnalare l’arrivo del maremoto e che è importante saper riconoscere:
- un forte terremoto e/o di lunga durata, percepito direttamente o di cui si è avuto notizia;
- un rumore cupo e crescente che proviene dal mare, simile a quello prodotto da un treno o da un aereo a bassa quota;
- un improvviso e insolito ritiro del mare, un rapido innalzamento del livello del mare o una grande onda estesa su tutto l’orizzonte.
In ambito SIAM vengono adottati due livelli di allerta per le coste italiane, a cui è associata un’area di inondazione, che potrebbe essere raggiunta dallo tsunami:
- il livello di allerta Arancione (Advisory) indica che le coste potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza s.l.m. inferiore a 0,5 m in mare aperto e/o un run-up (R) inferiore a 1 m; quando il maremoto ha queste caratteristiche, esiste un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte rispetto al livello del mare.
- il livello di allerta Rosso (Watch) indica che le coste potrebbero essere colpite da un’onda di maremoto con un’altezza s.l.m. superiore a 0,5 m in mare aperto e/o un run-up (R) superiore a 1 m cioè che l’inondazione potrà superare la quota topografica di un metro sul livello del mare. Quando l’onda di maremoto ha queste caratteristiche, esiste un pericolo reale non solo per le persone più vicine alla costa ma anche per chiunque si trovi in zone poco elevate rispetto al livello del mare.
Le rappresentazione delle zone di allertamento Advisory e Watch sono riportate negli elaborati cartografici in allegato ai Piani di Protezione Civile.
Ultimo aggiornamento
6 Agosto 2024, 16:41
PROTEZIONE CIVILE