La pianificazione d’emergenza in materia di dighe si compone di due distinti strumenti principali: il Documento di Protezione Civile (DPC) e il Piano di Emergenza Diga (PED).
Il DPC, redatto dalla Prefettura di Pisa, stabilisce le condizioni per l’attivazione del sistema di protezione Civile, le comunicazioni e le procedure da attuare con cui il Gestore dell’invaso dichiara all’esterno l’insorgere di situazioni di criticità concernenti la diga.
Il Documento di protezione civile concorre a costituire il quadro di riferimento per la redazione del Piano di Emergenza Diga relativo ai territori che possono essere interessati dagli effetti derivanti dalla presenza della stessa.

Il PED definisce le azioni conseguenti alla attivazioni delle fasi di allerta e quelle di contrasto ai pericoli connessi con la propagazione di onde di piena dallo sbarramento, determinate da manovre degli scarichi od ipotetico collasso, in modo da consentire alle strutture pubbliche preposte l’attivazione di interventi di protezione civile finalizzati alla salvaguardia della popolazione e dei beni a rischio.

Per la Diga di Santa Luce sono state dunque definite le condizioni per l’attivazione del sistema di protezione civile e le comunicazioni e le procedure tecnico-amministrative da attuare nel caso di:

– “Rischio Diga”, cioè rischio idraulico indotto dalla diga, conseguente ad eventuali problemi di sicurezza della diga, ovvero nel caso di eventi, temuti o in atto, coinvolgenti l’impianto di ritenuta o una sua parte e rilevanti ai fini della sicurezza della diga e dei territori di valle;

– “Rischio Idraulico a valle”, cioè rischio idraulico non connesso a problemi di sicurezza della diga ma conseguente alle portate scaricate a valle, ancorché ridotte per laminazione, ovvero nel caso di attivazione degli scarichi della diga stessa con portate per l’alveo di valle che possono comportare fenomeni di onda di piena e rischio esondazione.